Incidenti e paura di volare: oggi c'è Skyconfidence

Negli ultimi anni, diversi incidenti aerei riportati dai media hanno contribuito ad alimentare la percezione del volo come esperienza rischiosa. Nonostante i dati dimostrino che l’aereo resti uno dei mezzi di trasporto più sicuri al mondo, l’eco mediatica di eventi drammatici può riattivare o rafforzare paure già presenti, fino a generare una vera e propria aerofobia. Secondo alcune ricerche, fino al 40% delle persone dichiara di avere paura di volare, anche se una percentuale più ridotta soddisfa i criteri diagnostici di aviofobia (Clark & Rock, 2016). Come per altre fobie specifiche, la paura non è proporzionata al reale livello di pericolo e si accompagna spesso ad ansia intensa, evitamento o attacchi di panico. Il disturbo diventa clinicamente significativo quando persiste per almeno sei mesi e compromette la vita personale, relazionale o professionale dell’individuo.
Paura di volare o altro disturbo d’ansia?
Un aspetto centrale per lo psicologo clinico è la diagnosi differenziale. Non sempre la paura di volare è primaria: in alcuni casi può trattarsi di acrofobia, claustrofobia, agorafobia, di disturbo di panico o di ansia generalizzata, in cui l’aereo diventa solo il contesto che scatena i sintomi. Strumenti validati come il Flight Anxiety Situations Questionnaire o il Flight Anxiety Modality Questionnaire (Van Gerwen et al., 1999) insieme ad altri test psicologici aiutano a chiarire la natura del problema, distinguendo l’ansia anticipatoria da quella situazionale, e permettono di costruire una gerarchia delle paure utile al percorso di esposizione graduale.
I processi psicologici alla base della paura di volare
Comprendere i meccanismi alla base della paura di volare è fondamentale per poterla affrontare in modo mirato ed efficace. L’aviofobia non nasce mai da un’unica causa: si tratta piuttosto di un intreccio di fattori cognitivi, emotivi e ambientali che, nel tempo, consolidano l’ansia fino a trasformarla in evitamento. Ogni persona sviluppa la fobia secondo modalità diverse, ma alcune dinamiche ricorrono frequentemente e rappresentano veri e propri “inneschi” psicologici che alimentano il circolo vizioso della paura.
La paura di volare può nascere da fattori diversi:
- Mancanza di controllo: essere passeggeri, affidando la propria sicurezza ad altri, può risultare intollerabile soprattutto per chi ha la tendenza marcata verso il controllo.
- Claustrofobia: la cabina viene vissuta come uno spazio chiuso, da cui non è possibile fuggire.
- Paura di perdere il controllo di sé: il timore di avere un attacco di panico a bordo o di mostrare ansia in pubblico.
- Turbulenza e sensazioni fisiche: il corpo percepisce scossoni e vibrazioni come segnali di pericolo imminente.
- Influenza mediatica: la copertura intensiva di incidenti aerei amplifica la percezione del rischio.
Spesso, dietro la paura di volare, si trova un insieme di esperienze traumatiche o microtraumi che, accumulandosi, hanno abbassato la soglia di tolleranza dell’individuo. Non è raro che persone che hanno volato per anni senza difficoltà sviluppino la fobia in un momento successivo della vita.
Quali sono le terapie più efficaci per superare la paura di volare?
La letteratura clinica dimostra che la paura di volare è altamente trattabile. I protocolli più efficaci sono quelli basati sulla terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e sull’esposizione graduale.
- Esposizione immaginativa e in vivo: il paziente è guidato a rivivere situazioni temute (per esempio il decollo o la turbolenza) per ridurre l’ansia attraverso la ripetizione controllata.
- Terapia cognitiva: si lavora sui pensieri catastrofici e sulle convinzioni disfunzionali legate al volo, sostituendole con interpretazioni più realistiche e tollerabili.
- Ipnosi evidence-based: le linee guida internazionali riconoscono l’ipnosi come un intervento di supporto efficace nella gestione dei disturbi d’ansia. Nel trattamento della paura di volare, l’ipnosi viene impiegata per favorire il rilassamento profondo, ridurre la reattività fisiologica allo stress e rafforzare le strategie cognitive apprese in terapia. L’approccio evidence-based si fonda su protocolli standardizzati, con sessioni che integrano tecniche di suggestione mirate (per esempio immaginare un volo sereno) e strategie di autoipnosi da utilizzare in autonomia, offrendo al paziente strumenti pratici per affrontare le situazioni di volo con maggiore controllo e sicurezza.
- Mindfulness e tecniche di regolazione emotiva: imparare a rimanere presenti e ad accettare l’ansia riduce il bisogno di ricorrere a strategie evitanti come alcol o ansiolitici.
- Virtual Reality Therapy: la Realtà Virtuale offre la possibilità di vivere in modo immersivo e controllato le diverse fasi del viaggio aereo — dall’ingresso in aeroporto al decollo, fino all’atterraggio. Grazie a questa esposizione graduale e sicura, la persona può affrontare progressivamente le proprie paure, sperimentare tecniche di gestione dell’ansia e acquisire nuove strategie per volare con maggiore serenità.
- Simulatore di volo: accompagnati da un comandante di linea e da uno psicologo, i partecipanti hanno l’opportunità di comprendere in modo concreto il funzionamento di un aereo di linea in un simulatore di volo. L’esperienza permette di costruire una rappresentazione realistica dal punto di vista del passeggero e di vivere un’esposizione graduale e guidata, utile per ridurre l’ansia e accrescere la fiducia nel volo.
- Esperienze di volo reali: affiancati da un pilota e da uno psicologo, i partecipanti possono vivere un volo reale di circa 30 minuti. L’esperienza prevede una fase di preparazione con briefing psicologico e tecnico, la visita all’hangar e, infine, il volo vero e proprio, durante il quale mettere in pratica le strategie apprese per gestire l’ansia e trasformare la paura in fiducia.
- Reality testing: dati e informazioni tecniche sulla sicurezza del volo aiutano a ristrutturare le percezioni distorte del rischio.
Una ricerca di Rothbaum e colleghi (2006) ha mostrato che circa il
75% dei pazienti riesce a completare un volo dopo il trattamento e che la maggior parte mantiene i
benefici a distanza di un anno.
Il ruolo della Realtà Virtuale per superare la paura di volare
La realtà virtuale (VR) rappresenta una risorsa promettente: consente di simulare l’esperienza del volo in modo immersivo e controllato, offrendo un contesto sicuro per l’esposizione. La ricerca scientifica e la pratica clinicai indicano che può essere una valida alternativa per chi non ha la possibilità di effettuare voli reali durante la terapia. Inoltre, la psicologia online (telepsicologia) e i percorsi a distanza permettono di estendere l’accesso a persone che vivono in aree prive di specialisti.
Conclusioni: dalla paura al piacere di volare
L’aerofobia è una fobia specifica comune, spesso sottovalutata e associata a sentimenti di vergogna. In alcuni casi può dare origini a situazioni anche complesse come la cardiomiopatia di Takotsubo. Molti pazienti rinunciano a viaggi di lavoro, opportunità personali o momenti di vita familiare pur di evitare l’aereo.
La psicoterapia, e in particolare i
protocolli CBT con
esposizione graduale, si conferma un trattamento efficace e sicuro, capace di restituire autonomia e libertà. Il percorso terapeutico non elimina magicamente l’ansia, ma insegna a
gestirla, tollerarla e trasformarla in un’esperienza affrontabile. Con il giusto accompagnamento, anche chi ha vissuto per anni il volo come una minaccia può riscoprire la bellezza di viaggiare.
Bibliografia
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- Zsido, A.N., Kiss, B.L., Basler, J. et al.
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Dott.Igor Graziato
Past Vice President
Ordine Psicologi Piemonte
Psicologo del lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Virtual Reality Therapist
REB HP Register for Evidence-Based Hypnotherapy & Psychotherapy
AAvPA Member Australian Aviation Psychology Association
APA Member American Psychological Association
ABCT Member Association for Behavioral and Cognitive Therapies
Division 30 Society of Psychological Hypnosis (APA)
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