Maschere d’ossigeno a bordo: sicurezza, funzionamento e miti da sfatare

Quando si parla di sicurezza a bordo, la maggior parte delle persone pensa alle cinture, alle uscite d’emergenza o alla competenza dell’equipaggio. Tuttavia, uno dei dispositivi più importanti, e spesso fraintesi , è rappresentato dalle maschere d’ossigeno dei passeggeri. Questi sistemi non solo proteggono la vita in caso di depressurizzazione, ma costituiscono una delle ridondanze più sofisticate dell’aviazione moderna.
In questo articolo spieghiamo in modo chiaro e dettagliato perché esistono, quando si attivano, come funzionano e quali differenze ci sono rispetto alle maschere utilizzate dai piloti.
Perché gli aerei hanno le maschere d’ossigeno?
Durante il volo, gli aeromobili viaggiano ad altitudini dove la pressione atmosferica è troppo bassa per garantire un adeguato livello di ossigenazione del sangue. A 12.500 piedi, la pressione parziale dell’ossigeno scende a circa 100 mmHg, il limite minimo per mantenere una saturazione accettabile. Sopra quella quota, il corpo umano non riceve più sufficiente ossigeno per funzionare correttamente. È qui che entra in gioco il concetto di ipossia, ovvero la condizione in cui il cervello e l’organismo ricevono meno ossigeno del necessario. I sintomi compaiono rapidamente:
- confusione
- vertigini o sensazione di leggerezza
- colorazione bluastra della pelle (cianosi)
- percezione di euforia
- perdita di coscienza
La caratteristica cruciale dell’ipossia è la rapidità di insorgenza: in caso di depressurizzazione, un passeggero ha circa 30 secondi per indossare correttamente la maschera prima che le funzioni cognitive inizino a deteriorarsi. Per questo il messaggio di sicurezza ripete sempre: "Indossate prima la vostra maschera, poi aiutate gli altri." Questo principio non è una questione di egoismo, ma di pura fisiologia e sicurezza: in caso di depressurizzazione avete circa 20–30 secondi prima che l’ipossia comprometta lucidità, coordinazione e capacità di giudizio. Se in quel breve intervallo vi dedicate a sistemare la maschera di un bambino o di un’altra persona, rischiate di perdere conoscenza prima di riuscire a proteggerli. Mettendo per prima la vostra maschera garantite di rimanere vigili e pienamente operativi, così da poter assistere con calma e competenza chi non è in grado di farlo da solo.
Cosa sono le maschere d’ossigeno dei passeggeri
Le maschere d’ossigeno sono dispositivi d’emergenza che si attivano automaticamente quando l’aereo rileva una cabina equivalente a 14.000 piedi, oppure su comando dell’equipaggio. Ogni pannello sopra i sedili contiene un gruppo di maschere collegate tramite tubi a una fonte d’ossigeno.
Quando si aprono i pannelli — spesso definito “rubber jungle” — le maschere cadono:
- una per ogni passeggero
- più maschere di riserva nei corridoi
- maschere anche nei bagni
Questo garantisce che ogni persona, inclusi i bambini, possa disporre di un dispositivo funzionante.

1. Afferra la maschera
- Quando il pannello si apre e le maschere scendono, afferra con decisione quella più vicina a te.
- Tirarla verso il viso attiva automaticamente il flusso d’ossigeno.
2. Posiziona la maschera
- Copri bene naso e bocca con la coppetta gialla.
- Non preoccuparti se la sacca non si gonfia: l’ossigeno sta comunque arrivando.
3. Fissa l’elastico
- Passa l’elastico dietro la testa e regola la maschera finché non aderisce comodamente al viso. Respira normalmente: il sistema fornisce la quantità di ossigeno necessaria.
4. Aiuta gli altri solo dopo
- Una volta che la tua maschera è ben fissata, puoi aiutare bambini o altre persone. Indossare prima la tua maschera è fondamentale: solo così puoi rimanere lucido e assistere gli altri in sicurezza.
Come si indossa correttamente una maschera d’ossigeno in aereo?
Nel raro caso in cui le maschere d’ossigeno si sgancino, è fondamentale sapere cosa fare, anche solo per comprendere quanto il sistema sia semplice e progettato per funzionare automaticamente. La prima e più importante indicazione è mantenere la calma e agire rapidamente. L'aereo non sta precipitando anche se è iniziata una rapida discesa controllata. Ad altitudini elevate, il tempo utile prima che compaiano i primi effetti dell’ipossia è inferiore ai 30 secondi: per questo è essenziale muoversi con decisione e senza distrazioni. Non bisogna preoccuparsi di oggetti personali o degli altri passeggeri: la priorità assoluta è indossare la propria maschera.
- Appena la maschera più vicina è a portata di mano, potrebbe non essere esattamente sopra il tuo posto, e questo è del tutto normale, basta tirarla verso il viso con un gesto deciso. Questo semplice movimento attiva automaticamente il generatore di ossigeno, avviando la reazione chimica che produce aria respirabile.
- Non perdere tempo con lo smartphone o altri oggetti ed evita di riprendere la scena.
- Una volta afferrata la maschera, è sufficiente coprire completamente naso e bocca con la coppetta gialla: non serve un posizionamento perfetto nei primissimi secondi, perché ciò che conta davvero è iniziare a respirare ossigeno.
- Subito dopo si fa passare l’elastico dietro la testa e lo si regola in modo che la maschera rimanga ben aderente ma confortevole. Una maschera correttamente fissata non scivola nemmeno se l’aereo effettua movimenti bruschi.
- A quel punto, si può respirare normalmente, senza tentare di “risparmiare” ossigeno: il sistema fornisce la quantità giusta per l’intera durata della discesa verso quote sicure.
- Solo quando la propria maschera è perfettamente indossata e si sta respirando in modo regolare si può offrire aiuto agli altri passeggeri, bambini, anziani o chiunque abbia difficoltà. Questa sequenza, spesso percepita come controintuitiva, non è un atto di egoismo ma una regola di sicurezza imprescindibile: non si può assistere nessuno se si perde conoscenza.
- La maschera va mantenuta sul viso finché l’equipaggio non comunica che è possibile rimuoverla, generalmente dopo che l’aereo è sceso sotto i 10.000 piedi, dove l’aria naturale contiene ossigeno sufficiente. Anche se ci si sente bene, non va tolta in anticipo: i sintomi dell’ipossia possono essere sottili, e la maschera garantisce di restare perfettamente lucidi.
Questa procedura, in apparenza complessa, è in realtà progettata per essere immediata, intuitiva e altamente efficace, persino sotto stress. Sapere come funziona, e quanto poco sia richiesto al passeggero, è già di per sé un elemento rassicurante: l’intero sistema è pensato per proteggerti nel modo più semplice e automatico possibile. Per questa ragione è importante seguire il "safety demo" del personale di bordo prima del decollo.
Come funzionano davvero le maschere d’ossigeno?
Un’idea comune, ma errata, è che le maschere siano collegate a bombole di ossigeno. In realtà, per motivi di peso e spazio, la maggior parte degli aerei utilizza generatori chimici di ossigeno. Questi contenitori, attivati da un semplice strappo del tubo, avviano una reazione esotermica che libera ossigeno respirabile per 10–14 minuti. È normale che:
- la sacca non si gonfi: non è un indicatore della quantità di ossigeno
- si percepisca un odore di bruciato: è prodotto dal generatore chimico
- l’ossigeno abbia una purezza adeguata e sicura
L’obiettivo non è rimanere a lungo in quota, ma permettere ai piloti di eseguire una discesa rapida e controllata fino ad un'altitudine in cui l’aria esterna torna respirabile.
Perché il sistema è progettato così?
L’ossigeno disponibile dura “solo” 10–14 minuti non perché sia poco, ma perché:
- una discesa d’emergenza richiede molto meno tempo, in genere 3–7 minuti
- il sistema deve essere estremamente leggero e affidabile
- la probabilità di utilizzo è bassissima, ma dev’essere garantita una copertura totale
In pratica, il design è calibrato su ciò che realmente serve per mantenere tutti i passeggeri in condizioni sicure durante la manovra di emergenza.
Perché indossare “prima la propria maschera”?
È importante ribadirlo ed evidenziare come questo comportamento sia fondamentale per garantire la sicurezza a bordo di un aereo. In caso di depressurizzazione:
- hai circa 30 secondi prima che l’ipossia comprometta lucidità e coordinazione
- se cerchi di aiutare gli altri rischi di perdere coscienza
- una volta ipossico, non riesci più ad aiutare nessuno
La regola non è egoista: è funzionale alla sicurezza collettiva. Un adulto cosciente può assistere più persone; un adulto svenuto crea un problema aggiuntivo.
Maschere dei passeggeri e maschere dei piloti: quali sono le differenze?
Le maschere dei passeggeri sono semplici, intuitive e progettate per essere indossate anche in condizioni di stress. Le maschere dei piloti invece sono molto più avanzate.
- forniscono 100% ossigeno puro nei primi secondi
- proteggono dal fumo (integrate con visiere o occhiali)
- includono microfoni per continuare le comunicazioni radio
- possono essere usate come supporto per migliorare la visione notturna
- sono richieste anche in condizioni non emergenziali (es. un pilota da solo in cabina)
Il loro scopo è mantenere il massimo grado di lucidità per permettere ai piloti di gestire la situazione con precisione.
Cosa accade durante una discesa d’emergenza?
Quando i piloti rilevano una perdita di pressione, la procedura richiede:
- immediata attivazione delle maschere di cockpit
- riduzione rapida della quota
- comunicazioni con ATC
- assetti di discesa molto ripidi (ma controllati)
- raggiungimento di 10.000 piedi
Dal punto di vista dei passeggeri, può sembrare una discesa molto veloce e “a picco”, ma si tratta di una manovra perfettamente controllata e che viene provata centinaia di volte nei simulatori. Non significa che l'aereo sta precipitando!
Maschere d'ossigeno: quali sono i miti da sfatare?
Quando si parla di maschere d’ossigeno, circolano ancora molti fraintendimenti che alimentano ansia e immaginari catastrofici. In realtà, gran parte delle preoccupazioni nasce da interpretazioni errate o da scene cinematografiche poco realistiche. Conoscere come funzionano davvero questi sistemi, e quali sono i miti privi di fondamento, è uno dei modi più efficaci per ridurre la paura di volare. Le maschere d’ossigeno sono strumenti altamente affidabili, pensati per offrire protezione immediata e automatica in condizioni molto specifiche e rarissime. Di seguito trovi i principali miti da sfatare: comprenderli ti aiuterà a guardare questo dispositivo non come un segnale di allarme, ma come una componente essenziale della sicurezza aeronautica moderna.
“Se scendono le maschere, l’aereo sta precipitando.” FALSO
- La discesa rapida è
controllata, addestrata e serve solo a riportare l’aereo a una quota respirabile.
Non indica un cedimento strutturale né una perdita di controllo.
“La discesa è troppo veloce, siamo in pericolo.” FALSO
- La discesa può sembrare ripida, ma è una manovra standard e sicura.
- I piloti la eseguono regolarmente al simulatore ed è parte delle procedure previste.
“La sacca non si gonfia, quindi la maschera non funziona.” FALSO
La sacca non deve gonfiarsi: non è un “palloncino”, ma un semplice serbatoio.
L’ossigeno
scorre anche se la sacca rimane piatta.
“L’odore di bruciato significa incendio.” FALSO
- Il lieve odore è normale: proviene dal generatore chimico che produce ossigeno.
- Non indica fumo, fuoco o problemi al velivolo.
“Devono essere collegate a una bombola d’ossigeno.” FALSO
- La maggior parte degli aeromobili usa generatori chimici, più sicuri e molto più leggeri.
- Le bombole sono usate solo per l’equipaggio.
“Durano solo 10–12 minuti: non basta!” FALSO
Quel tempo è più che sufficiente: una discesa d’emergenza richiede
3–7 minuti.
Le maschere servono solo per coprire la fase iniziale, non per continuare a volare in quota.
“Se non indosso la maschera, posso comunque aiutare gli altri.” FALSO
- In realtà hai meno di 30 secondi prima che l’ipossia riduca lucidità e coordinazione.
- Chi sviene non può aiutare nessuno: per questo si dice “prima la tua maschera”.
“Se succede, è un evento gravissimo.” FALSO
- L'attivazione delle maschere è un sistema preventivo, non una conseguenza catastrofica.
- È progettata per garantirti sicurezza anche in scenari che, pur rari, sono già previsti e gestiti.
Capire la verità dietro questi miti permette di avvicinarsi al volo con
maggiore consapevolezza
e serenità. L’attivazione delle maschere
non indica un pericolo imminente, ma il funzionamento corretto di un sistema progettato per mantenerti al sicuro anche negli scenari più improbabili. L’aviazione moderna si basa su ridondanza, addestramento e tecnologia: tre pilastri che garantiscono margini di
sicurezza elevatissimi. Ricorda: informazione e chiarezza sono tra gli strumenti più potenti per ridurre la paura di volare. E le maschere d’ossigeno, lungi dall’essere un
simbolo di pericolo, rappresentano in realtà uno dei motivi per cui
volare è così sicuro.
Un messaggio rassicurante per chi ha paura di volare
Le maschere d’ossigeno rappresentano un sistema ridondante, progettato per fornire una protezione aggiuntiva in uno scenario estremamente raro. La probabilità che tu debba usarle nel corso della tua vita è remotissima, e anche quando si attivano non significa assolutamente che l’aereo stia precipitando o che esista un pericolo immediato per la struttura del velivolo. La loro funzione è garantire un apporto di ossigeno stabile e sicuro mentre l’equipaggio effettua la discesa controllata, una procedura altamente addestrata e gestita con precisione, fino a una quota in cui l’aria è naturalmente respirabile. Il sistema è costruito proprio per prevenire qualsiasi effetto dell’ipossia durante quei pochi minuti. Il loro funzionamento è progettato con standard altamente rigorosi per assicurare:
- ossigeno sufficiente per tutta la durata della manovra
- semplicità di utilizzo, anche in condizioni di stress
- sicurezza in ogni condizione, con tecnologie testate e certificate
- tempo necessario per l’intervento dell’equipaggio, senza fretta né rischi
In altre parole: anche in un’improbabile situazione di emergenza, l’aviazione mantiene margini di sicurezza molto elevati. L’attivazione delle maschere è una misura preventiva, non un segnale di pericolo grave — e indica che il sistema di sicurezza sta funzionando esattamente come deve.
In sintesi
- Le maschere d’ossigeno non sono un dettaglio tecnico, ma un pilastro della sicurezza aeronautica.
- La loro logica di progettazione, semplicità, ridondanza, efficacia immediata, riflette decenni di ricerca, incident analysis e miglioramenti continui.
- Per i passeggeri, conoscere questi aspetti può offrire una preziosa forma di psicoeducazione: sapere come e perché un sistema funziona riduce l’incertezza e aumenta la percezione di controllo, che è uno dei fattori più importanti nella gestione dell’ansia da volo.
- La discesa, anche se rapida, è una procedura a cui i piloti sono addestrati e serve per portare l'aviomobile rapidamente in una zona dove la presenza di ossigeno è garantita.
Bibliografia
- Federal Aviation Administration. 14 CFR § 91.211 – Supplemental Oxygen.
- FAA. Oxygen Equipment Use in General Aviation Operations.
- EASA. Regolamento (UE) 965/2012, Parte NCO / Allegato VII.
- ENAC. Linee guida per il trasporto aereo di passeggeri con esigenze speciali / ossigeno a bordo.
- ICAO. Raccomandazioni per la safety demonstration pre-volo.
Dott.Igor Graziato
Past Vice President
Ordine Psicologi Piemonte
Psicologo del lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Virtual Reality Therapist
REB HP Register for Evidence-Based Hypnotherapy & Psychotherapy
AAvPA Member Australian Aviation Psychology Association
APA Member American Psychological Association
ABCT Member Association for Behavioral and Cognitive Therapies
Division 30 Society of Psychological Hypnosis (APA)
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