Perché ho paura di prendere l'aereo? Aerofobia e personalità

L’aviofobia, o paura di volare, è una fobia situazionale sorprendentemente diffusa che può compromettere in modo significativo la vita personale, sociale e lavorativa. Secondo dati di letteratura, la prevalenza varia dal 2,5% al 40%, a seconda dei metodi diagnostici adottati. Oltre all’impatto individuale, questa fobia ha ripercussioni economiche anche per le compagnie aeree, in quanto può influenzare le scelte dei passeggeri e le entrate aziendali. Un recente studio, condotto da Minoretti et al. e pubblicato su Cureus nel 2025, ha indagato il ruolo della personalità nella paura di volare, utilizzando il modello dei "big five" (Five-Factor Model - FFM) e confrontando soggetti con diagnosi di aviophobia con passeggeri abituali (frequent flyer - FF). Lo studio ha coinvolto 120 adulti, suddivisi equamente in due gruppi: 60 soggetti con aerofobia diagnosticata secondo il DSM-5 (fobia specifica, tipo situazionale) e 60 frequent flyer (almeno 25 voli annui). I gruppi sono stati abbinati per età e sesso, e sono stati esclusi i soggetti con altre condizioni psicologiche o mediche.
La valutazione della personalità è stata effettuata tramite il NEO Five-Factor Inventory (NEO-FFI), uno strumento validato che misura i cinque tratti fondamentali: neuroticismo, estroversione, coscienziosità, gradevolezza e apertura mentale. Sono stati raccolti anche dati su BMI, consumo di alcol, fumo, attività fisica e livello di istruzione.
Quali sono i risultati della ricerca sui tratti di personalità e la paura di volare?
Non sono emerse differenze significative tra i due gruppi in termini di età, sesso, BMI, fumo, alcol e attività fisica. Tuttavia, i frequent flyer avevano un livello di istruzione significativamente più alto (14,2 vs 12,1 anni; p < 0.001). Le differenze più rilevanti riguardano tre dimensioni:
- Neuroticismo: più alto nel gruppo con aviophobia (36,2 vs 30,8; p < 0.001)
- Coscienziosità: più bassa nel gruppo con aviophobia (40,7 vs 45,4; p < 0.001)
- Gradevolezza: anche questa più bassa nei soggetti con aviophobia (37,4 vs 42,2; p < 0.001)
Non sono state riscontrate differenze significative per estroversione e apertura. Dopo aver controllato per variabili come età, sesso, BMI, consumo di alcol, fumo, attività fisica e istruzione, i risultati hanno confermato le associazioni:
- Ogni aumento di 1 punto nel neuroticismo comportava un aumento del 14% del rischio di sviluppare la paura di volare(OR = 1.14, p < 0.001)
- Ogni punto in più nella coscienziosità riduceva il rischio del 15% (OR = 0.85, p < 0.001)
- Ogni punto in più nella gradevolezza riduceva il rischio del 13% (OR = 0.87, p < 0.01)
Questo studio contribuisce in modo significativo alla comprensione dei meccanismi psicologici sottostanti alla paura di volare. Il tratto del neuroticismo, associato a instabilità emotiva e maggiore reattività allo stress, sembra svolgere un ruolo centrale. Gli individui con questo tratto tendono a percepire le situazioni come più minacciose e a sviluppare risposte ansiose più intense. Al contrario, coscienziosità e gradevolezza sembrano fungere da fattori protettivi. Chi è più coscienzioso tende a gestire meglio lo stress e a mantenere comportamenti organizzati anche in situazioni ansiogene. Chi è più gradevole mostra una maggiore capacità di autocontrollo e flessibilità cognitiva, utili per fronteggiare la paura del volo. Questi risultati sono coerenti con precedenti studi su fobie specifiche, disturbi d’ansia e legami tra tratti di personalità e strategie di coping. Inoltre, evidenziano la complessità dell’aerofobia, che può derivare da paure multiple (altezze, spazi chiusi, perdita di controllo, incidenti) e da interazioni tra fattori di personalità, cognitivi e situazionali.
Implicazioni cliniche della ricerca sulla paura di volare
Comprendere il profilo di personalità delle persone con aviophobia può migliorare:
- Lo screening e la prevenzione, identificando i soggetti più a rischio
- Gli interventi psicoterapeutici personalizzati, ad esempio:
- Tecniche di regolazione emotiva per chi ha alto neuroticismo
- Strategie di problem solving e gestione del comportamento per chi ha bassa coscienziosità
- Terapie basate sulla fiducia e sull’apertura relazionale per chi ha bassa gradevolezza
Questi approcci potrebbero essere integrati nei protocolli di terapia cognitivo-comportamentale, compresa l’esposizione in realtà virtuale o graduale.
Neurobiologia della paura: cosa succede nel cervello quando abbiamo paura di volare
La paura, anche quando è irrazionale come nel caso dell’aerofobia, non è un’emozione “debole” o immotivata: è una risposta biologicamente programmata per proteggerci da pericoli. Ma cosa succede esattamente nel cervello quando si attiva questa risposta? E perché volare, pur essendo uno dei mezzi di trasporto più sicuri al mondo, può generare tanta ansia?
Il cervello della paura: il ruolo dell’amigdala
Il cuore neurologico della paura è l’amigdala, una piccola struttura a forma di mandorla situata nel sistema limbico. L’amigdala è specializzata nel rilevare stimoli potenzialmente minacciosi e nel generare risposte rapide per affrontarli o evitarli: il cosiddetto meccanismo fight or flight (“combatti o fuggi”).
Nel caso della paura di volare, l’amigdala interpreta alcuni segnali (come il rumore dei motori, le turbolenze, lo spazio ristretto o l’assenza di controllo) come minacce, anche se in realtà non lo sono. Questo porta a una cascata di reazioni fisiologiche:
- aumento della frequenza cardiaca,
- respirazione affannosa,
- tensione muscolare,
- sensazione di panico o voglia impellente di “scappare”.
Un altro attore fondamentale è il cortisolo, l’ormone dello stress. Quando il cervello percepisce un pericolo, l’ipotalamo attiva l’asse HPA (ipotalamo-ipofisi-surrene), che porta al rilascio di cortisolo. Questo ormone migliora l’attenzione e la vigilanza, ma se presente in eccesso può rinforzare circuiti della paura nella memoria, rendendo più probabile che la reazione si ripeta in futuro. In pratica: se una persona vive un’esperienza sgradevole in volo (come una turbolenza improvvisa), il cervello può “imparare” a collegare l’intero volo a quella sensazione di pericolo, generando una risposta fobica ogni volta che ci si trova in un aereo.
L’evitamento: il grande alleato della fobia
Uno dei meccanismi chiave che mantiene e rafforza la paura di volare è l’evitamento. Chi soffre di aviofobia tende a evitare di prendere l’aereo, o a farlo solo in condizioni estremamente stressanti. Questo comportamento, sebbene possa sembrare protettivo nell’immediato, in realtà impedisce al cervello di apprendere che l’esperienza non è realmente pericolosa. In termini neuropsicologici, evitare il volo rinforza l’associazione tra aereo e pericolo, mantenendo attivi i circuiti neurali legati alla paura.
Come superare la paura di volare?
Il cervello è plastico: può apprendere, ma può anche disimparare. Le tecniche psicoterapeutiche moderne, come la terapia cognitivo-comportamentale e le esposizioni in realtà virtuale, lavorano proprio su questi meccanismi. Esporsi gradualmente al volo in modo controllato e sicuro permette all’amigdala e al sistema nervoso di riprogrammare le proprie risposte, riducendo progressivamente l’ansia e permettendo di recuperare la libertà di volare. Il metodo SkyConfidence utilizza tutte le strategie più innovative in ambito psicologico e digitale per aiutarti a superare la paura di volare.
Conclusioni
- Lo studio di Minoretti e colleghi rappresenta un importante passo avanti nella comprensione della paura di volare.
- L’identificazione di un profilo di personalità caratterizzato da elevato neuroticismo e ridotte coscienziosità e gradevolezza fornisce strumenti concreti per la valutazione clinica e lo sviluppo di interventi personalizzati.
- In attesa di studi longitudinali e transculturali, questi risultati offrono una solida base per innovare la pratica clinica e il supporto psicologico per chi vive la paura di volare.
Bibliografia
- Minoretti P, Fortuna G, D'Acquino D, Lavdas K. Personality Dimensions of Subjects With Aviophobia: A Case-Control Comparison With Frequent Fliers. Cureus. 2025 Feb 3;17(2):e78411.
- Kyriakoulis P, Wijaya C, Quagliato L, Freire RC, Nardi AE. Neurocircuitry and Neuroanatomy in Panic Disorder: A Systematic Review. Alpha Psychiatry. 2025 Feb 28;26(1)
- Samra CK, Torrico TJ, Abdijadid S. Specific Phobia. 2024 Aug 12. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2025 Jan–. PMID: 29763098.
Dott.Igor Graziato
Past Vice President
Ordine Psicologi Piemonte
Psicologo del lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Virtual Reality Therapist
REB HP Register for Evidence-Based Hypnotherapy & Psychotherapy
AAvPA Member Australian Aviation Psychology Association
APA Member American Psychological Association
ABCT Member Association for Behavioral and Cognitive Therapies
Division 30 Society of Psychological Hypnosis (APA)
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