Atterraggio brusco o delicato? Sfatiamo un mito

Atterraggio brusco o delicato? Sfatiamo un mito

Per molti passeggeri, l’atterraggio è il momento più delicato del volo. Un tocco leggero sull’asfalto viene spesso accolto con un sospiro di sollievo, un sorriso e magari anche un applauso. Al contrario, un atterraggio più deciso — quello che comunemente viene chiamato "brusco" — può generare stupore, commenti ironici o persino qualche battuta sulla presunta inesperienza del pilota. Ma cosa succede davvero in cabina di pilotaggio in quei secondi decisivi? E come valuta un pilota un atterraggio?

L’unico vero criterio per un buon atterraggio: la sicurezza

Qui è fondamentale sfatare un mito: l’obiettivo di ogni atterraggio non è la morbidezza, ma la sicurezza. Quando un aeromobile tocca terra, deve farlo con precisione. Il carrello principale (quello posteriore) deve essere il primo a entrare in contatto con la pista, seguito dal carrello anteriore solo dopo che l’aereo ha iniziato a decelerare. Le ali devono essere mantenute orizzontali, per evitare il rischio che una semiala possa toccare l’asfalto — eventualità potenzialmente pericolosa, specie in caso di vento trasversale (cross wind). Subito dopo il "touchdown", l’attenzione del pilota si sposta immediatamente sulla frenata controllata. Questo avviene attraverso una combinazione di:

  • Reverse thrust (inversione di spinta dei motori)
  • Freni delle ruote
  • Aerofreni (spoiler che si aprono sulle ali).

In altre parole, un buon atterraggio non si giudica dal “comfort” percepito dai passeggeri, ma dalla precisione con cui vengono rispettate tutte le fasi critiche della manovra. Ogni secondo, ogni metro di pista, ogni comando agito dal pilota è calibrato per garantire il massimo della sicurezza, in qualunque condizione. La prossima volta che avvertirai un “tocco deciso” sull’asfalto, ricordati: non è un errore, ma la dimostrazione che tutto ha funzionato come previsto. Perché in volo, come nella vita, la vera morbidezza non è quella che si sente, ma quella che ci tiene saldi e ci porta a destinazione, in sicurezza.

Perché alcuni atterraggi sono più “bruschi”

Un atterraggio più deciso non è necessariamente un errore o un’imperfezione. Anzi, in molti casi è la scelta più sicura e tecnicamente corretta. Vediamo alcuni esempi:

Pista corta

In alcuni aeroporti (es. London City, Santorini, Paro), la pista disponibile è relativamente breve. In questi casi, i piloti devono toccare terra il prima possibile e attivare rapidamente la decelerazione. Un atterraggio morbido — in cui si “galleggia” più a lungo sopra la pista — rischierebbe di ridurre lo spazio disponibile per la frenata.

Pista bagnata o con rischio di aquaplaning

Durante la pioggia, la presenza di acqua sulla pista può far slittare le ruote al contatto. Un atterraggio più deciso permette al carrello di rompere il velo d’acqua e garantire l’aderenza immediata. In questi casi, un atterraggio “delicato” potrebbe essere addirittura pericoloso.

Turbulenza o raffiche di vento

Con vento forte, turbolenza in bassa quota o raffiche laterali, l’aereo deve essere "posato" con fermezza, seguendo angoli precisi e tempi molto stretti. Qui conta la stabilità, non la dolcezza.

La percezione del passeggero non è un criterio per valutare un buon atterraggio

Non sempre un atterraggio morbido è un atterraggio ben fatto. In certi casi, può persino essere un segno di un flare  (fase finale prima del contatto) prolungato troppo, con possibile overshoot (superamento della pista) o perdita di aderenza. Il comfort percepito è importante, certo, ma non può mai venire prima della sicurezza. Un equipaggio addestrato prende ogni decisione in funzione delle condizioni operative, delle performance dell’aeromobile e delle specifiche della pista.

Cosa fa la differenza, davvero

Nel nostro programma SkyConfidence, lavoriamo proprio su questo: aiutare le persone a comprendere cosa succede davvero a bordo, per trasformare la paura in consapevolezza e imparare a gestire l'ansia legata al volo. Infatti sapere che:

  • ogni manovra è il risultato di un’analisi tecnica precisa,
  • che ogni atterraggio è pianificato secondo parametri di sicurezza,
  • che ogni “scossone” ha spesso una funzione…

...può davvero fare la differenza tra un volo vissuto con ansia e uno affrontato con fiducia.

Atterraggi: 10 cose da sapere per superare paure e miti
  1. La sicurezza viene prima del comfort
    Un buon atterraggio non si giudica dalla morbidezza, ma dalla precisione e sicurezza della manovra.
  2. Il “tocco deciso” è spesso la scelta migliore
    Non è un errore, ma un atterraggio tecnico e sicuro, soprattutto in condizioni operative particolari.
  3. Il carrello posteriore deve toccare per primo
    È una regola fondamentale per garantire stabilità all’aeromobile in fase di contatto con la pista.
  4. Il pilota controlla frenata e decelerazione con più strumenti
    Come reverse thrust, freni delle ruote e aerofreni: nulla è lasciato al caso.
  5. Piste corte richiedono atterraggi più decisi
    Serve guadagnare ogni metro disponibile per frenare in sicurezza (es. Londra City, Santorini, Paro).
  6. In caso di pioggia, atterrare con decisione aumenta l’aderenza
    Serve a rompere il velo d’acqua e prevenire l’aquaplaning.
  7. Con vento o turbolenza, la priorità è la stabilità
    Non la morbidezza: il pilota deve mantenere controllo e traiettoria precisa.
  8. Il comfort percepito non è un indicatore di qualità
    Un atterraggio “morbido” potrebbe anche nascondere un errore tecnico, come un flare troppo lungo.
  9. Ogni manovra è pianificata nei minimi dettagli
    Il pilota segue parametri precisi, in base alla pista, al meteo e alle performance dell’aereo.
  10. Conoscere cosa succede riduce l’ansia
    Nei percorsi
    SkyConfidence lavoriamo proprio su questo: informazione corretta, esperienze pratiche e strumenti psicologici per gestire l'ansia del volo e scoprire così il piacere di volare!

La prossima volta che sentite un atterraggio deciso, ricordate: quel tocco sicuro è il segno che tutto ha funzionato alla perfezione.

Dott.Igor Graziato

Past Vice President Ordine Psicologi Piemonte

Psicologo del lavoro e delle organizzazioni

Specialista in Psicoterapia

Virtual Reality Therapist

REB HP Register for Evidence-Based Hypnotherapy & Psychotherapy
AAvPA Member Australian Aviation Psychology Association

APA Member American Psychological Association

ABCT Member Association for Behavioral and Cognitive Therapies

Division 30 Society of Psychological Hypnosis (APA)

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